
08 Apr Il Disturbo dell’Adattamento e la Resilienza al Coronavirus.
Durante questo prolungato periodo di isolamento forzato stiamo vivendo una situazione senza precedenti. Proprio a causa della natura inedita di questa condizione, ognuno di noi sta reagendo e si sta organizzando come meglio può per far fronte a qualcosa di cui, per l’appunto, non ha esperienza.
Ma come mai alcuni di noi sembrano riuscire a sostenere e ad affrontare discretamente tutto questo mentre per altri sembra impossibile reggere l’urto di una tale portata?
La Psicologia Clinica descrive un quadro sintomatologico che, nelle ultime settimane, racconta ciò che ognuno di noi sta vivendo, sebbene in diverse misure: il Disturbo dell’Adattamento. Nell’aggiornato DSM (Manuale Diagnostico-Statistico dei Disturbi Mentali), si definisce tale disturbo attraverso una compresenza di “sintomi emozionali o comportamentali clinicamente significativi” che si sviluppano “in risposta a uno o più fattori stressanti psicosociali identificabili”; i sintomi, nello specifico, riguardano l’umore depresso, l’ansia e l’alterazione mista dell’emotività e della condotta (per ulteriori informazioni consultare link a piè pagina).
Come spesso capita, leggendo tale definizione molti di noi sarebbero portati a riconoscersi in tale descrizione e, conseguentemente, a scoprirsi disturbati. Non è così. O meglio, potremmo dire che siamo tutti disturbati, ma in misura diversa. Se questa misura eccede oltre una certa soglia può risultare clinicamente significativa e quindi richiedere un approfondimento psicologico.
Gli eventi psicosociali stressanti descritti solitamente dalla letteratura sono, ad esempio, il trasferimento in un’altra città, la nascita di un figlio, il matrimonio o il pensionamento; eventi che riguardano situazioni inedite verso le quali non abbiamo esperienza e per le quali l’adattamento non è (e non può essere) immediato.
Più in generale l’evento stressante non è riscontrabile oggettivamente ma dipende dalla storia della persona, dalle esperienze passate (dalla loro evoluzione) e dalle aspettative future. La vita di ognuno è costellata da possibili eventi stressanti; è il significato che diamo a queste esperienze e il modo con cui le costruiamo a fare la differenza.
L’isolamento forzato che tutti noi stiamo conoscendo è, decisamente, un evento stressante. I turni spietati di lavoro che alcuni di noi stanno sostenendo rappresentano, certamente, un evento stressante. L’emergenza pandemica sta mettendo a dura prova la nostra capacità di adattamento, obbligandoci a trovare risorse laddove fino a ieri non pensavamo di dover frugare.
Un concetto psicologico (e non solo) spesso ultimamente utilizzato, e talvolta abusato, è la resilienza, ovvero la “capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità”.
Questa proprietà dell’essere umano (certamente adattiva) rappresenta la risorsa principale per rispondere all’esperienza che tutti stiamo condividendo; la ri-costruzione e la ri-organizzazione di cui la definizione parla raccontano di un cambiamento inevitabile che dobbiamo affrontare attivamente, al fine di accomodare l’esperienza e accordarla alla nostra identità.
Come un processo allostatico (che mantiene la stabilità attraverso il cambiamento), essere resilienti non significa essere resistenti; dobbiamo farci attraversare dall’esperienza, per conoscerla e costruirla, al fine di trovare nuovi percorsi dove prima non immaginavamo potessimo camminare.
Tornare “più forti di prima” non significa solamente celebrare una vittoria contro qualcosa o qualcuno; aver superato una fase delicata della propria vita non può ridursi semplicemente ad una maggiore fiducia verso il futuro e verso sé stessi.
Più forti, in psicologia, significa più consapevoli; significa aver preso coscienza dei propri limiti, aver fatto esperienza di fallimenti e insuccessi, arrivando a vedere il meglio di noi nel riconoscere le nostre mancanze, accogliendole e dedicandoci ad esse.
Link:
(https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-psichiatrici/ansia-e-disturbi-correlati-allo-stress/disturbi-da-adattamento)